Le emozioni giocano un ruolo importante nella “formazione”, in quanto permettono di rendere l’apprendimento più profondo, più consapevole e dunque realmente significativo.
Proprio per questo si impone agli educatori, quali genitori e docenti, di acquisirne consapevolezza, al fine di avviare un percorso adeguato di preparazione per conoscere e gestire le emozioni e con esse le attività e gli strumenti atti alla formazione degli educandi.
Occorre considerare la problematica quanto il più possibile liberi da preconcetti e solo con intenti pedagogici per agire andando oltre la sola conoscenza dei fatti: diventa necessario evidenziare come le emozioni da patrimonio interiore possano diventare una vera e propria risorsa educativa.
Sono le emozioni a motivare e spingere le azioni verso una certa direzione, dando il giusto orientamento ad azioni e idee. Le emozioni pervadono interamente l’ambito dei rapporti umani generando un’apertura verso il modo e verso gli altri.
Le linee guida operative in ambito pedagogico devono tenere conto del fine che ci si propone di raggiungere. La finalità educativa di crescita personale, alla luce anche del contesto in cui ci troviamo, punta alla promozione di una persona che consegua la propria identità e viva in armonia con se stessa, conciliando la dimensione razionale con quella emozionale, così da poter operare liberamente scelte consapevoli per raggiungere i propri obiettivi.
In tale prospettiva occorre riconsiderare quanto finora attuato a livello educativo, integrandolo con le conoscenze e gli studi benemegliani relativi alla componente emotiva, perché l’educazione, finora orientata alla prevalenza del cognitivo, diventi veramente integrale e completa.
L’educazione secondo metodi differenziati a partire dalla valorizzazione dei sensi (contributo di Comenio), come pure il concetto di gradualità d’intervento nel rispetto del ritmo di sviluppo (si veda Pestalozzi) e il valorizzare la dimensione affettiva ed un contesto sereno (vedi De Saussure) sono solo alcuni dei precedenti apporti importanti che hanno tracciato una strada pedagogica funzionale alla valorizzazione della persona del bambino.
A ciò le sorelle Agazzi aggiunsero un altro concetto importante: valorizzare tutto l’uomo considerato nella sua personalità, promovendo ed integrando aspetti umani, sociali, operativi come unificazione del tutto in uno spirito educativo della famiglia e dell’ente educativo scuola, applicando principi di globalismo e di attività che coniuga esperienze di vita e dimensione spirituale, interiore. (vedi A. Agazzi, Panorama della pedagogia oggi, La Scuola, Brescia 1958.).
Il principio fondamentale del nostro sistema educativo è la centralità del bambino, inteso quale persona in divenire, ricca di potenzialità e capace di entrare in relazione significativa con gli altri
La valorizzazione della componente emotiva costituisce la base di un agire educativo integrale ed integrato mediante differenti linguaggi e figure di riferimento (genitori, insegnanti, esperto Analogista) che consentano di rispondere adeguatamente alle esigenze di sviluppo del bambino visto nei diversi ambiti di esperienza.
- Il primo ambito è, infatti, quello emotivo, caratterizzato dalla progressiva conoscenza di sentimenti e stati d’animo e manifestazione del sé tramite la costruzione di relazioni affettive significative con coetanei ed adulti.
- Strettamente correlato è l’ambito espressivo dove la fantasia e la creatività, quali elicitazione di emozioni, mediante forme espressive come musica, canto, disegno, recitazione, mimica e movimento, promuovono l’arricchimento della personalità.
Ricordiamo poi che le azioni del piccolo si collocano sempre in un ambito sociale, in cui le emozioni possono trovare manifestazione nella realizzazione e condivisione di esperienze comuni e cooperative come il gioco, l’apprendere nuove azioni, il produrre elaborati concreti. Il tutto poi si correla all’aspetto cognitivo costituente la base dell’apprendimento.