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Abusi: giochi di potere

Il rispetto della donna è legato a una questione di civiltà?

La cronaca ogni giorno, purtroppo, si colora di spiacevoli episodi di violenza contro la donna. Probabilmente alla base di comportamenti deplorevoli c’è la bassa considerazione della figura femminile ancora oggi considerata “sesso debole” (intesa anche come fragile fisicamente).  Questa concezione della donna ha portato l’uomo per migliaia di anni ad avere un ruolo più attivo e autoritario all’interno delle comunità. Come affermare il proprio ‘potere’ nei gruppi sociali? Sicuramente prepotenza e supremazia la facevano e, in determinate realtà, continuano a farla da padrone.

È stata fatta molta strada grazie alle battaglie per i diritti umani ad opera anche delle stesse donne. Siamo certi però che c’è ancora tanta strada da fare. Viene da chiedersi perché si assiste ancora, e soprattutto nelle società più civilizzate caratterizzate da progresso economico e culturale, a episodi a danno della donna.

Abusi all’ordine del giorno

La cronaca purtroppo è piena di episodi di femminicidio, violenze sessuali, tortura, abusi. Si tratta di situazioni meno alla ribalta, più velate. Le violenze ci sono, all’interno delle mura domestiche, a lavoro, a scuola, all’aperto. Sono spesso coperte da un senso di vergogna e sottomissione da parte della vittima in un perfetto ‘gioco di ruoli’.  Un gioco di manipolazioni, ricatti a chi si arrende prima. Dalla violenza psicologica si passa a quella fisica, e viceversa.

La condizione di violenza e sottomissione è vissuta dalla vittima inizialmente come protezione, poi come minaccia. I giochi avvengono su un piano mentale, emozionale e psicologico. Prima di capire come spezzare queste catene e liberarsi è bene capire al meglio cosa avviene in questi meccanismi. Come possono venire in aiuto le tecniche della Comunicazione Analogica e delle Discipline Analogiche Benemegliane?

L’aiuto da parte delle Discipline Analogiche Benemegliane

Quali sono le caratteristiche che accomunano le vittime?

  • Debole psicologicamente
  • Sola (senza un partner affidabile e senza la presenza di nessuno che la tuteli con la forza)
  • Sensibile ai sensi di colpa
  • Ha sofferto in passato per amore

Queste caratteristiche stuzzicano l’appetito nel carnefice. Esso inizia ad agire per appagare l’esigenza di protezione e solitudine della vittima, ricopre un ruolo attivo (stesso ruolo che gli apparteneva prima per le caratteristiche legate alla forza fisica, ora con l’infamia).

Ogni qual volta ci si trova di fronte ad un rapporto di subordinazione, sia esso di ruolo, di anzianità, di ceto sociale, dove i protagonisti sono uomo e donna, si può incorrere in queste dinamiche “malate”. Possiamo fare l’esempio di medico e paziente, professore e allieva, zio (o nonno) e nipote. Questo accade in analogia al rapporto padre e figlio laddove il primo elemento può aver esercitato potere fortemente coercitivo verso il secondo. Si tratta di una analogia fortemente significativa.

Nella mia esperienza di Analogista ho potuto constatare l’alta casistica di clienti le quali tendevano ad avvicinare ed essere attratte da uomini manipolatori nella misura in cui i loro padri, nei primi anni di vita, erano stati prepotenti e manipolatori verso tutta la famiglia.

Citando Stefano Benemeglio:

“tutto quello che hai criticato nei confronti del genitore di sesso opposto, temerai per tutta la vita di agganciarti a partner aventi gli stessi difetti e vizi comportamentali”.

È un principio che spiega benissimo il rapporto padre-figlia.

Quando si verificano le condizioni favorevoli a un rapporto “malato” ci troviamo di fronte a due condizioni: l’amore tra i due soggetti è caratterizzato da una forma di dipendenza affettiva se l’oggetto di desiderio si presenta gradualmente non disponibile o si crea un forte condizionamento affettivo se l’oggetto di desiderio è gradualmente prevaricante nella vita personale della povera vittima.

In entrambi i casi, nonostante ci sia un coinvolgimento di natura emotiva, l’istanza razionale inizia a “consultare” il proprio codice etico e personale, fortemente in discordia con quello che sta accadendo. Questo si verifica quando i bisogni istintuali sono alterati. Intendo dire che la vittima verrà attratta dal partner non sulla base di veri sentimenti ma rincorrerà l’esigenza di trovare qualcuno che soddisfi il bisogno di sconfiggere la solitudine.

Sopraggiungerà la fase in cui la preda sentirà l’esigenza di fuggire e liberarsi ma si ritroverà ormai vittima di un perverso gioco di manipolazione. Ad avere un ruolo importante qui sarà la paura della sanzione. La sanzione non è altro che l’amplificazione delle paure/senso di bisogno che sono all’origine della relazione: la paura di essere più sola di prima, la paura di aver fallito, la paura di far soffrire l’oggetto d’amore sono solo alcuni esempi. Ed ecco che la preda è manipolata dai suoi stessi pensieri, che la sigillano in un rapporto di crescente sottomissione. Di contro, più la vittima si sottomette e più il testosterone dell’uomo aumenta i propri indici! Un circolo vizioso che porta al pieno possesso della vittima, conducendo a sé sofferenza estrema e rabbia distruttiva.

Pensi che questo processo richieda molto tempo? Assolutamente no. Questi meccanismi possono avvenire anche nel giro di una sola ora. Per questo sono possibili abusi che popolano le cronache: da un medico, da un parente, da un capoufficio, da un “santone”. Più è alto lo stato di bisogno della vittima (di svariata natura), prima il carnefice riesce a manipolarla. Prima riesce a manipolarla e più forte sarà il “potere” su di lei.

Riuscire a liberarsi in queste situazioni è possibile. Con l’Ipnosi Dinamica Benemegliana è possibile agire sulle leve emotive che creano questo effetto manipolatorio. Lo stato ipnotico non è perdita di coscienza (al massimo potremmo dire che è uno stato alterato di coscienza, in quanto la frequenza dell’attività cerebrale passa da 30-15 Hertz a 7-4 hertz), ma soprattutto non porta il soggetto ipnotizzato a svolgere o a subire azioni contro il suo volere. Il soggetto, quindi, è consapevole, ha un’alta percezione di quello che accade, esegue le istruzioni dell’ipnotizzatore vivendo l’esperienza come forma liberatoria. Il soggetto si libera dal dolore che porta dentro fonte del proprio malessere. L’ipnosi e nel nostro ambito specifico l’Ipnosi Dinamica Benemegliana è tutt’altro che manipolatoria e in grado di favorire gli abusi come si vuole far percepire dall’opinione pubblica.

L’ipnosi rappresenta lo strumento di sgancio dalle dinamiche manipolative e per difendersi dagli abusi dei carnefici.

Secondo le leggi della Comunicazione Analogica, è bene fare attenzione a soggetti che cercano di provocare forti reazioni emotive contro la propria volontà, a soggetti che tentano di far valere il proprio ruolo con la forza, a soggetti che fanno promesse utopiche e che hanno una comunicazione non verbale aggressiva.

È possibile lottare contro gli abusi e le violenze psicologiche, per far questo è necessario (altamente suggerito) un lavoro su sé stessi e anche una buona conoscenza delle dinamiche non verbali. Queste ultime aiutano tanto a prevenire le situazioni scomode e migliorano notevolmente la qualità della vita, di noi stessi e degli altri.

La mia pagina: @oroanalogista