L’ARTE DELLE EMOZIONI
Le Discipline Analogiche rappresentano il patrimonio di scoperte e conoscenze in grado di fornire una chiave di accesso al benessere attraverso un dialogo diretto ed immediato con la propria sfera emotiva, istintuale o inconscio.
Il nostro mondo emotivo comunica a noi stessi e a chi ci circonda in maniera costante.
Conoscere il linguaggio attraverso il quale si esprime e dunque conoscere quello che definiamo “Alfabeto dell’Inconscio” significa essere in grado di dialogare dialogare con la propria sfera emotiva, conoscerne stato ed esigenze, attraverso la decodifica del linguaggio non verbale.
Per secoli il mondo emotivo è stato percepito come inaccessibile. Lo studio delle Discipline Analogiche, sistematizzate per la prima volta da Stefano Benemeglio, hanno permesso un salto di qualità in questo senso: l’emotività non è più percepita come un imprevedibile e ingovernabile avversario interno.
Ci insegnano che le emozioni sono il motore energetico della nostra vita, sorgente di grandi passioni, genialità, creatività ma anche di comportamenti e situazioni spesso in contraddizione con la nostra logica.
Ci troviamo immersi in un eterno conflitto tra razionalità ed emotività. Conflitto generato da obiettivi, leggi e linguaggi diversi tra loro. Proprio in questo terreno entrano in gioco le Discipline Analogiche: rendono disponibili straordinarie risorse per stabilire un equilibrio emozionale per poter liberare il grandissimo potenziale insito in ciascuno di noi.
È stato grande il lavoro di Stefano Benemeglio nelle ricerche che svolge da oltre 50 anni, ha intuito e sistematizzato il complesso delle leggi e delle regole che governano l’emotività dell’uomo, giungendo a decodificare questo linguaggio segreto ed universale.
Fatti propri questi insegnamenti, chiunque è in grado di conoscersi in maniera nuova e consapevole e di migliorare la comunicazione con sé stessi e con gli altri.
L’istanza emozionale è intelligente, ben organizzata, ed opera con propri dinamismi spingendo l’individuo a conseguire il sogno, ossia l’oggetto del proprio desiderio.
- La parte logica (o Io adulto, razionalità) vuole evitare la sofferenza e quando si trova nella impossibilità di superare gli ostacoli per il conseguimento dell’obiettivo reagisce con meccanismi di difesa;
- La parte emotiva (o Io bambino, Inconscio) ricerca il piacere sotto forma di emozioni o comunque di stati tensionali.
Dalla distonia, ossia dal contrasto fra esigenza e appagamento, fra la situazione reale (come siamo o abbiamo) e quella ideale (come vorremmo essere o avere) si crea una forza propulsiva che stimola l’individuo ad operare e ad evolversi.
Se, però, da una situazione distonica nasce la motivazione ad agire, l’istanza analogica, o inconscio, cerca autonomamente le emozioni di cui ha bisogno.
L’inconscio non fa distinzione tra piacere e sofferenza, categorie esclusive della razionalità, esso va a ricercare gli stati tensionali replicando e ricelebrando i nostri turbamenti del passato.
Tale meccanismo è l’analogia (analogico=non logico, per analogia) che, richiamando in sé il concetto di ripetizione e soprattutto di somiglianza indica la modalità mediante la quale l’inconscio ripropone ed associa ad uno stesso stato emotivo eventi diversi fra loro.
Cos come associamo il sillogismo alla razionalità, associamo l’Analogia all’emotività.
Una volta identificato il bisogno, la parte emotiva va alla ricerca, appunto, di emozioni stimolanti nel vissuto della persona, spingendola a creare o a farsi attrarre da situazioni ripetitive nelle quali l’inconscio preleva quell’energia tensionale non ottenibile altrimenti.
Per questo motivo Stefano Benemeglio ha coniato l’assioma analogico
Non cade foglia che l’inconscio non voglia
Le nostre scelte sono dunque determinate anche, e spesso assai significativamente, dalla influenza della istanza emotiva.
LINGUAGGI EMOTIVI NON VERBALI
Dialogare e negoziare con la propria istanza emotiva