Molte volte accade che ci sentiamo pedina di un destino non scritto da noi, soprattutto per quanto riguarda aree della nostra vita dove combattiamo per essere liberi e felici come le relazioni sentimentali, l’autorealizzazione personale, il benessere e la salute.
Sicuramente anche a te sarà capitato di trovarti di fronte a vincoli condizionanti, talvolta limitanti tanto da entrare in profonda aberrazione.
Da dove nasce tale aberrazione? Come si sviluppa? E fin dove può spingersi nel malessere della persona?
A questi quesiti il ricercatore e psicologo Stefano Benemeglio nello scorso 29 giugno a Bari, ha fornito delle risposte davvero importanti.
Il principio alla base di tale malessere è quello della “reciprocità“, dal latino recus, indietro, e procus, avanti, ovvero ciò che torna. Questo principio fonda le sue radici sul rapporto genitoriale. Tale rapporto e considerazione dei familiari è il fulcro di un introduzione al sacrificio d’amore. In altre parole, se il figlio considera difettosi i genitori, meccanismo determinato dal conflitto con essi, tale “difetto di fabbrica” colpisce anche sé stessi in funzione di ‘eredi’.
Questa maledizione prevede una commutazione da sentimento d’amore a risentimento d’amore verso gli stessi genitori e/o verso sé stessi.
Le dinamiche della vita portano a trasferire su partner e duplicati genitoriali tali sentimenti e risentimenti repressi sostenuti da motivazioni e giustificazioni. Questi personaggi, chiamati “demarcatori killer“, nelle loro espressioni istituzionali e trasgressivi, regolano il flusso negativo amplificandone il conflitto genitoriale, portando quei difetti di fabbrica a consolidarsi e rendere infelice o addirittura malati.
Ad agosto, in quel di Brindisi, Stefano Benemeglio svelerà la procedura operativa per liberarsi da questi condizionamenti limitanti e tornare ad essere padroni della propria vita e raggiungere la felicità:
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